Poggio Bustone
Informazioni
Comunicazione importante
Il santuario di Poggio Bustone resterà chiuso per un lungo periodo a motivo dei lavori di restauro post sisma 2016: tuttavia la Chiesa rimane aperta come anche l’accoglienza dei pellegrini dei vari cammini, che dal 1 maggio riapre le sue porte. L’orario della Santa Messa, sia feriale che festiva, è alle ore 16 in inverno e alle ore 17 con l’ora legale.
Orario delle visite al Santuario:
Tutti i giorni compresi i Festivi dalle ore 8:30 alle 19:00 (inverno 18:00)
Orario della preghiera:
Giorni feriali:
ore 7:30 – Lodi Mattutine
ore 16:00 – S. Messa
ore 19:00 – Vespri
Giorni festivi:
ore 7:30 – Lodi Mattutine
ore 16:00 (orario legale 17:00) – S. Messa
ore 19:30 – Vespri
Per prenotazioni o altre informazioni:
Tel. +39 0746 688916
Descrizione
È qui che Francesco ha visto l’inizio della sua avventura comunitaria: la condivisione e l’armonizzazione delle relazioni tra i fratelli e la creazione della prima fraternità francescana. In quel luogo inoltre, nello Speco superiore, ha luogo la vera nascita spirituale di Francesco, quando, nell’abbandono della fede, egli prende coscienza che, proprio lui peccatore, è perdonato e amato da Dio.
Galleria
Ulteriori informazioni e curiosità
Ospitalità
- Il Santuario dispone di una foresteria riservata ai pellegrini e a piccoli gruppi dei diversi cammini: dispone di 20 posti letto suddivisi in quattro ambienti, bagni in comune e un refettorio con cucina. Gli ospiti devono portare con sé sacco a pelo o sacco lenzuolo.
- Il Santuario accoglie anche gruppi (parrocchie, associazioni, gruppi di pastorale) per un solo giorno che necessitano di due sale per il pranzo a sacco e incontri.
- È necessario prenotare l’utilizzo della Foresteria almeno con un mese di anticipo per i gruppi, e qualche giorno prima per i pellegrini, lasciando un recapito telefonico o l’indirizzo mail.
- Si consiglia di contattare i frati per la prenotazione durante le ore dei pasti.
- La foresteria è aperta dal 1 maggio al 1 ottobre.
Il Convento
Uscendo a destra della chiesa, ci inoltriamo nel Convento, Incontriamo innanzitutto il chiostro, un portico a quadrilatero, tipico di queste costruzioni.
La parte che fiancheggia la chiesa è del sec. XIII e immetteva nella primitiva chiesetta. Sempre nel chiostro si può ammirare un affresco della Madonna con Bambino del XV sec. di scuola umbro-toscana. Alzando lo sguardo alle lunette del XVII sec. che percorrono tutto lo spazio, riconosciamo alcune scene della vita di s. Francesco.
Nel sec. XIV si aggiungono altri locali a piano terra. Scendendo dal chiostro verso il Romitorio si può vedere un antico refettorio con affreschi del XVII sec. raffiguranti l’Immacolata, un’ultima cena e alcuni santi francescani.
Santuario Inferiore
Siamo giunti, passando per l’antico convento, al Romitorio già esistente e messo a disposizione di s. Francesco e dei suoi frati dai monaci benedettini. È stato identificato nel 1947 e restaurato. Si riconosce con un’antica e rozza costruzione. Struttura muraria povera e rozza completano con la roccia il perimetro occupato per la lunga preghiera e il breve sonno del Santo. Alle due primitive finestrelle sono state apposte due artistiche vetrate.
Santuario Superiore
Per accedere poi alla grotta delle Rivelazioni (o Santuario superiore) si ritorna al piazzale e si percorre un sentiero segnalato per circa 30 minuti. Lungo il ripido sentiero che ci fa salire di 400 metri, sono state costruite nel sec. XVII sei cappellette a ricordo di vari episodi, trasmessi dalla tradizione popolare e accaduti al Santo nelle frequenti ascese al luogo di preghiera.
La Grotta si presenta oggi racchiusa in una costruzione assai rustica, risalente a due epoche diverse: la parte in prospettiva è del 1634, la parte posteriore che copre la Grotta, risale ai primi anni del sec. XV.
Tempietto della Pace
Sempre sul piazzale si può ammirare il Tempietto della Pace, costruito dall’architetto Carpiceci con all’interno una statua in marmo bianco di san Francesco dello scultore Lorenzo Ferri.
Infine possiamo notare un monumento in bronzo del prof. Ronchi, che raffigura l’angelo che si china su s. Francesco.
La Chiesa
Essa è dedicata a s. Giacomo il Maggiore ed è una costruzione semplice ma armonica, edificata verso la fine del sec. XIV. Dopo vari rimaneggiamenti, con alcuni interventi fatti nel 1948, dal 2009 dopo importanti restauri, è stata riportata allo stile primitivo.
Il portico è di recente fattura. Entrando a sinistra si notano affreschi moderni rappresentanti s. Francesco e i suoi primi frati, dell’artista brasiliano Bandeira De Mello (1963). A destra notiamo subito in copia una tavola del XIV-XV sec. raffigurante la Madonna con Bambino e s. Giuseppe e in alto due angeli in adorazione (secolo XVII); sotto è riprodotto il castello di Poggio Bustone su cui vigilano s. Francesco e s. Antonio. Nella stessa parete si notano anche frammenti di pittura seicentesca.
Artistiche vetrate completano l’edificio. Il coro ligneo, riservato alla preghiera dei Frati, risale al XVII sec. Sul presbiterio una statua in resina di San Francesco del maestro Piero Casentini (2011) e sospeso nell’arco immediatamente sopra l’altare una croce dipinta opera del maestro iconografo Luisanna Garau (2012).
Storia
A Poggio Bustone s. Francesco vi giunge con i suoi primi compagni nell’ estate del 1208, quando per la prima volta quel drappello di penitenti di Assisi, si affacciò sulla Valle reatina. Fino a quell’anno Francesco è rimasto ad Assisi: città natale e ostile insieme.
La loro scelta non è compresa, anzi ostacolata. Lasciata quindi la loro città e attraversando la Valle spoletana per salire a Cascia e a Leonessa, la piccola fraternità arriva nella Valle reatina. Francesco è travagliato e inquieto e pensa alla sua vita trascorsa nei peccati, come scriverà nel Testamento pochi giorni prima di morire nel 1226. Giunge quindi a Poggio Bustone, possedimento dei Benedettini di Farfa.
Con i suoi, Francesco saluta: Buon giorno, buona gente! Saluto semplice e toccante. Francesco vaga lungo i sentieri aspri del monte. Cerca un luogo deserto e nascosto dove potersi abbandonare al misto di dolore e di gioia che lo pervade. Si rifugia nel grembo della terra, e .qui accade l’insperato. Il Signore gli usa misericordia, lo veste del suo amore, crea in lui un cuore puro e lo lancia verso il futuro. La tradizione narra che al Poverello sia apparso un angelo.
Tornato dai suoi fratelli, Francesco dovette apparire semplicemente libero, luminoso, pacificato. Che cosa sia successo, è conosciuto a lui solo. Ora Francesco può inviare i suoi frati a predicare a tutte le creature che “Dio solo è buono. Temete e onorate il Signore Dio, l’Altissimo” (Cfr. RnB XXI, 2 FF. 55).